Scoperta storica. Cambia la fisica: scoperta una particella più veloce della luce in grado di viaggiare nel tempo

Lo studio sfida la concezione del mondo basata sulla teoria della relatività di Einstein. Uno studio scientifico condotto dall’Università di Varsavia e dall’Università di Oxford ha scoperto una particella che sfida la Teoria della Relatività di Einstein. Si tratta di un gruppo di tachioni che superano la velocità della luce (300.000 km/s) e il documento sottolinea che “potrebbero viaggiare nel tempo”. La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Physal Review e sottolinea l’importanza dello studio della luce.

Cambia la fisica: lo studio scientifico che ha scoperto una particella che viaggia più veloce della luce

Il lavoro degli specialisti delle università ha scoperto che le particelle chiamate tachioni possono muoversi più velocemente della luce fino a viaggiare indietro nel tempo.

La scoperta propone una nuova forma di interpretare la teoria della relatività di Albert Einstein e potrebbe cambiare il modo in cui gli esseri umani comprendono lo spazio e la luce.

La luce, la particella più veloce dell’universo, si muove a una velocità di 300.000 km/h, un’accelerazione considerata un limite nella fisica. I tachioni sono stati oggetto di studio per diversi decenni, ma la loro esistenza non ha potuto essere dimostrata empiricamente a causa di diversi problemi teorici.

I ricercatori hanno proposto un nuovo quadro teorico che potrebbe dimostrare l’esistenza dei tachioni. L’assioma spiega che, considerando sia lo stato iniziale che quello finale di un sistema, è possibile descrivere matematicamente le particelle in modo coerente, eliminando così i paradossi precedenti.

Come sono i tachioni che viaggiano più veloci della luce?

Il loro nome deriva dalla parola greca tachýs, che significa veloce. La nuova teoria spiega che viaggiano sempre a velocità superluminiche superiori a 300.000 km/s.

Il dottore in fisica di Varsavia, Andrzej Dragan, ha spiegato che l’idea che il futuro possa influenzare il presente non è una novità nel suo campo. Tuttavia, fino ad ora il concetto era un’interpretazione poco ortodossa di alcuni fenomeni quantistici. “Questa volta siamo stati costretti ad accettare questa conclusione dalla teoria stessa”, ha aggiunto.

Conclusioni finali dello studio sui tachioni

Gli autori del documento hanno sottolineato che c’erano tre errori precedenti sui tachioni: “Lo spettro di energia illimitato dal basso, lo stato di vuoto instabile e dipendente dal sistema di riferimento e le regole di commutazione non covariante sono il risultato di una rappresentazione errata”.

“Duplicando questo spazio, stabiliamo un quadro che consente una quantificazione adeguata dei campi dei tachioni ed elimina tutti questi problemi. Il nostro schema evidenzia anche il formalismo come interpretazione preferita della teoria quantistica”, hanno concluso gli specialisti nella tesi.