Il recupero di due relitti storici rivela porcellane, legni e monete che riscrivono il commercio dell’antica Via della Seta marittima. Il mistero dei fondali oceanici torna a sorprendere: un team cinese ha recuperato 928 reperti, la maggior parte intatti, da due relitti della dinastia Ming (1368-1644) situati a 1.500 metri di profondità sotto il pendio nord-occidentale del Mar Cinese Meridionale. L’operazione, condotta tra il 2023 e il 2024, combina l’archeologia tradizionale e la robotica di ultima generazione per riportare alla luce uno dei tesori meglio conservati del passato asiatico.
Come è stato effettuato lo scavo subacqueo e perché si tratta di una pietra miliare dell’archeologia mondiale
L’Amministrazione Nazionale del Patrimonio Culturale Cinese (NCHA) ha coordinato, per un anno intero, immersioni con veicoli telecomandati (ROV) e un team multidisciplinare del museo provinciale di Hainan.
Grazie a telecamere 4K, bracci robotici di precisione e capsule pressurizzate, i ricercatori sono riusciti a estrarre i reperti senza danneggiarli. Perché questa scoperta batte tutti i record? Perché è stata realizzata in un ambiente di oscurità totale e forte pressione, dove fino ad ora era possibile solo documentare i resti, ma non recuperarli in modo massiccio.
Quali oggetti sono stati recuperati dal primo e dal secondo relitto e qual è il loro reale valore storico
Prima di entrare nei dettagli, una domanda inevitabile: cosa è stato trovato esattamente e perché dovrebbe interessarci? Gli archeologi sottolineano che il lotto conferma la forza del commercio marittimo dell’Impero cinese e offre indizi su rotte finora poco documentate.
- Porcellane smaltate con motivi floreali
- Vasi di ceramica di uso quotidiano
- Monete di rame coniate nei primi anni della dinastia Ming
- Tavole di legno finemente intagliate
- Conchiglie a turbante e corna di cervo utilizzate come zavorra o merce esotica
Attenzione, perché la varietà del carico indica uno scambio che andava oltre la seta: mostra un commercio di articoli di uso quotidiano, metalli preziosi e fauna marina, tutto nello stesso convoglio.
Date, istituzioni coinvolte e tecnologia utilizzata per recuperare il tesoro sommerso della Via della Seta marittima
La fase di prospezione è iniziata nel gennaio 2023, dopo aver rilevato anomalie magnetiche nell’area. A marzo è stata delimitata l’area e sono stati calati i primi ROV. L’estrazione del materiale si è svolta tra maggio 2023 e febbraio 2024, periodo durante il quale ogni reperto è stato fotografato, classificato e sigillato a bordo di una nave laboratorio.
Oltre alla NCHA, hanno partecipato anche l’Università Oceanica di Shanghai e l’Istituto di Ingegneria dei Sistemi Marini. Ciascuna entità ha fornito esperti in materiali, biologi marini, per evitare danni all’ecosistema, e restauratori specializzati.
Perché questa scoperta cambia ciò che sapevamo sul commercio durante la dinastia Ming e quali sono i prossimi passi
La dinastia Ming ampliò la flotta e l’esercito per dominare il traffico di spezie, metalli e porcellane. Queste due navi dimostrano che, oltre ai porti principali, esistevano rotte satellite che collegavano le botteghe dell’interno con i mercati del Sud-Est asiatico. Da qui l’ipotesi dei ricercatori di un “anello mancante” nella Via Marittima della Seta.
Cosa ne sarà dei reperti? Dopo la stabilizzazione chimica, saranno digitalizzati in 3D ed esposti in mostre itineranti nei musei cinesi e internazionali. Ti piacerebbe vederli da vicino? Le prime mostre sono previste per la fine del 2025, in coincidenza con il 60° anniversario del Museo Nazionale Cinese.
D’altra parte, la NCHA sta preparando una banca dati aperta affinché le università di tutto il mondo possano studiare il carico senza doversi spostare. Il team ha già ricevuto richieste di analisi isotopiche del rame per rintracciare la miniera di origine delle monete.
Un invito alla curiosità del lettore
Questo tesoro sottomarino non solo aggiunge quasi 1.000 pezzi ai cataloghi archeologici, ma apre una finestra sulla vita quotidiana degli equipaggi Ming e sulla reale portata del loro commercio. Ogni ciotola, ogni moneta e ogni scheggia di legno racconta quindi una storia di viaggi, scambi e incidenti in mezzo all’oceano.
Chissà quanti altri segreti si nascondono sotto le onde? Forse la prossima grande scoperta è a pochi metri da questi relitti… o dall’altra parte del pianeta. Restate sintonizzati, perché l’archeologia subacquea ha appena iniziato a mostrare il suo potenziale.