Uno studio pubblicato dalla rivista Nature ci chiarisce che non tutto è come pensavamo quando parlavamo del colore del nostro pianeta. Quando immaginiamo la Terra dallo spazio, pensiamo a una sfera blu brillante circondata da nuvole bianche. Ma quel colore così caratteristico degli oceani, che oggi sembra immutabile, non è sempre stato così. Infatti, per gran parte della storia del nostro pianeta, l’oceano non era blu. Molto prima che esistessero gli esseri umani, i mari avevano tonalità molto diverse, e alcuni scienziati ritengono che potrebbero cambiare nuovamente in un futuro non troppo lontano. La Terra si è formata oltre 4,5 miliardi di anni fa e durante i suoi primi miliardi di anni il pianeta era un luogo ostile. L’atmosfera non conteneva ossigeno e gli oceani, lungi dall’avere l’aspetto cristallino che conosciamo oggi, erano opachi e scuri. Non c’erano pesci, coralli o nulla di simile a ciò che oggi intendiamo come vita marina complessa. In quell’ambiente, i colori dell’acqua erano determinati dalla composizione chimica dell’oceano, influenzata dall’attività vulcanica, dalla presenza di metalli e dalla scarsa luce solare che riusciva a filtrare.
La terra non era blu, ma di colore… verde
Una delle grandi scoperte recenti nel campo dell’oceanografia e della biologia è che il colore del mare non è semplicemente una questione di luce e profondità. È il risultato di complessi processi biologici e chimici. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature ha rivelato che, tra 3,8 e 1,8 miliardi di anni fa, gli oceani erano di colore verde. Questa tonalità era dovuta alla grande quantità di ferro disciolto nell’acqua, proveniente dalle rocce e dai vulcani sottomarini. Il ferro assorbiva la luce blu, lasciando predominare il verde.
Ma tutto è cambiato circa 2,4 miliardi di anni fa, quando i primi cianobatteri hanno iniziato a rilasciare ossigeno nell’atmosfera. Questo evento, noto come Grande Ossidazione, ha trasformato completamente l’oceano. L’ossigeno ha fatto ossidare il ferro, rendendolo insolubile, il che ha permesso all’acqua di diventare più chiara e alla luce blu di iniziare a predominare. Così nacque l’oceano blu che conosciamo oggi.
Ora, gli scienziati avvertono che potremmo essere sull’orlo di un altro cambiamento. E questa volta, il blu potrebbe lasciare il posto al viola.
L’evento noto come Grande Ossidazione trasformò l’oceano in blu
Il nuovo colore degli oceani del futuro: il viola… o forse il rosso
Il colore viola non è una semplice fantasia. Si osservano già tonalità violacee in alcune zone costiere del pianeta. Il motivo? La crescita di batteri solforosi che prosperano in ambienti con poco ossigeno e alto contenuto di zolfo. Questi microrganismi producono pigmenti viola per catturare la luce e sopravvivere, e la loro espansione potrebbe essere un segnale precoce di dove sta andando l’equilibrio chimico dei nostri oceani.
Questo scenario non sarebbe il primo in cui il mare cambia colore per cause biologiche. Le cosiddette “maree rosse”, causate da alcune microalghe, tingono stagionalmente le acque costiere in diverse parti del mondo. E recenti ricerche indicano che oltre il 56% delle acque oceaniche è diventato più verdastro negli ultimi due decenni a causa dell’aumento del fitoplancton causato dal riscaldamento globale.
Questi cambiamenti di colore non sono solo curiosità visive. Sono indicatori molto chiari di profondi cambiamenti nella salute degli ecosistemi marini. L’acidificazione degli oceani, causata dall’eccesso di CO₂ nell’atmosfera, sta alterando l’equilibrio chimico dell’acqua e colpendo migliaia di specie marine. A loro volta, questi cambiamenti influenzano il modo in cui la luce interagisce con l’acqua e, quindi, il suo colore.
Inoltre, luoghi come l’isola giapponese di Iwo Jima sono diventati veri e propri laboratori naturali. Lì, le condizioni estreme consentono di osservare in tempo reale come potrebbero evolversi gli oceani nei prossimi decenni. E non è un caso che potenze come la Cina stiano pianificando missioni sottomarine sul fondo dell’Artico: vogliono capire meglio questi cambiamenti prima che diventino generalizzati.
L’idea di un oceano viola può sembrare uscita da un romanzo di fantascienza, ma i dati indicano che non è un’ipotesi così assurda. Dopotutto, è già successo in passato. E se la storia della Terra ci insegna qualcosa, è che il pianeta cambia costantemente, che ci piaccia o no.
Il colore del mare è molto più di una questione estetica. È un riflesso dello stato del nostro mondo, un segno visibile di processi invisibili che influenzano il clima, la biodiversità e, in ultima analisi, la nostra sopravvivenza. Vedremo mai un oceano viola che si estende su tutto il pianeta? Nessuno può dirlo con certezza. Ma se accadrà, sarà perché non siamo stati in grado di fermare in tempo i cambiamenti già in atto.