Un nuovo studio scopre che seppellire nel terreno i residui di legno provenienti dal taglio e dalla segagione potrebbe estrarre enormi quantità di CO2 dall’aria, sufficienti a raffreddare il pianeta fino a 0,4 °C

I ricercatori della Cornell University propongono una tecnica semplice e sostenibile per catturare il carbonio: seppellire i rifiuti di legno (rami, residui di potatura, mobili di scarto) nelle foreste gestite.

  • Metodo a basso costo per catturare il carbonio: seppellire i rifiuti di legno.
  • Può ridurre fino a 0,42 °C il riscaldamento globale.
  • Fino a 937 gigatonnellate di CO₂ potrebbero essere catturate in 76 anni.
  • Funziona particolarmente bene nelle foreste gestite e nelle segherie.
  • Evita le emissioni dovute alla decomposizione o alla combustione dei rifiuti.
  • Seppellire il legno a 2 metri di profondità lo conserva per secoli.
  • Aiuta anche a ridurre il rischio di incendi boschivi.
  • Richiede studi sull’impatto sul suolo e sulla biodiversità.

Cattura del carbonio a basso costo: seppellire i residui di legno nelle foreste gestite

Ridurre la concentrazione di anidride carbonica (CO₂) nell’atmosfera è fondamentale per mitigare il cambiamento climatico. Un gruppo di ricercatori della Cornell University propone una soluzione economica, sostenibile e tecnicamente semplice: seppellire i residui di legno provenienti da foreste gestite.

Perché il legno?

Le foreste gestite, utilizzate principalmente per la produzione di legname, generano grandi quantità di rifiuti legnosi. Questo materiale viene solitamente bruciato o lasciato decomporre, rilasciando carbonio nell’atmosfera.

Tuttavia, se seppelliti ad una profondità di almeno 2 metri, questi rifiuti vengono conservati nel suolo per secoli o millenni, evitando l’emissione di CO₂.

Il suolo funge da isolante naturale, riducendo la presenza di ossigeno e rallentando drasticamente il processo di decomposizione. In questo modo, il carbonio rimane sequestrato in modo sicuro.

Seppellire i rifiuti di legno non implica un “assorbimento diretto” della CO₂ atmosferica, come farebbe una pianta in crescita o una tecnologia di cattura diretta. Ciò che fa questo metodo è impedire che il carbonio già fissato nel legno ritorni nell’atmosfera.

Quando gli alberi crescono, assorbono CO₂ dall’aria attraverso la fotosintesi. Il carbonio viene immagazzinato nei loro tessuti. Abbattendo un albero e lasciando che i suoi resti si decompongano o brucino, la CO₂ ritorna nell’aria. Pertanto, seppellire questi residui interrompe il ciclo naturale di ritorno, evitando emissioni future. Si tratta di una forma di “cattura passiva”, non attiva.

Impatto climatico stimato

Secondo lo studio pubblicato su Nature Geoscience, se questa tecnica venisse applicata a livello globale nei prossimi 76 anni, potrebbe eliminare tra 770 e 937 gigatonnellate di CO₂, il che equivarrebbe a una riduzione della temperatura globale fino a 0,42 °C.

In un esempio concreto, se gli Stati Uniti seppellissero il 66% dei rifiuti legnosi delle loro foreste gestite, raggiungerebbero la neutralità carbonica entro il 2050.

È realistico seppellire il legno su larga scala?

Una delle domande più frequenti su questa proposta riguarda la sua fattibilità pratica ed energetica. Seppellire i rifiuti legnosi a 2 metri di profondità non è qualcosa che si può fare con attrezzi manuali: richiede macchinari pesanti, consumo di combustibili fossili, ore di manodopera e logistica specializzata.

Non si tratta di una soluzione a costo zero. Tuttavia, l’approccio dello studio parte dal principio dell’efficienza netta del carbonio, ovvero si valuta se la quantità di CO₂ catturata è superiore alle emissioni generate dal processo. I ricercatori stimano che, anche considerando le risorse necessarie per il trasporto e lo scavo, il rapporto costi-benefici rimane positivo in contesti ben gestiti, soprattutto quando:

  • Si utilizzano infrastrutture forestali già esistenti.
  • Lo scavo viene effettuato in modo concentrato e pianificato (ad esempio durante campagne annuali).
  • Viene seppellito un grande volume di rifiuti in un unico luogo, ottimizzando le risorse.
  • Viene combinato con energia rinnovabile per alimentare i macchinari.

Inoltre, non si propone di applicarla indiscriminatamente in tutto il mondo, ma in aree con elevata disponibilità di rifiuti e condizioni logistiche favorevoli.

Non sarebbe meglio non abbattere le foreste?

Questa strategia non implica l’abbattimento di ulteriori alberi. Al contrario, si basa sui rifiuti già prodotti nelle foreste gestite.

Le foreste gestite non sono la stessa cosa della deforestazione indiscriminata. Si tratta di aree in cui il legno viene estratto in modo pianificato, con rotazione delle colture forestali, riforestazione e monitoraggio ecologico. Queste attività generano già grandi quantità di rifiuti legnosi: rami, tronchi difettosi, corteccia e radici che non vengono utilizzati commercialmente.