Quasi la metà dei gestori delle riserve delle banche centrali ritiene che il rischio di investimento sia aumentato bruscamente e aumenta le proprie disponibilità in oro. I gestori delle riserve delle banche centrali stanno iniziando a fuggire da quello che fino ad ora era considerato un rifugio sicuro: le valute. Ritengono che la “militarizzazione” geopolitica delle riserve valutarie costituisca un rischio per gli investimenti. In questo contesto, stanno aumentando le loro riserve in oro, secondo Bloomberg.
Aumento delle preoccupazioni geopolitiche spinge le banche centrali verso l’oro: il 49% vede il “riarmo” delle valute come rischio crescente
Un sondaggio condotto lo scorso mese da UBS Group su quasi 40 banche centrali indica che la percentuale di gestori che considerano il “riarmo” delle valute un rischio per gli investimenti è aumentata bruscamente. Quest’anno ha raggiunto il 49%, contro il 32% dello scorso anno e il 14% del 2023. Conflitti come la guerra in Ucraina, la guerra a Gaza, le politiche tariffarie di Trump o le crescenti tensioni tra Cina e Taiwan hanno favorito uno scenario di instabilità.
“Il rischio geopolitico è ora molto evidente nel nostro sondaggio”, osserva Philipp Salman, stratega delle banche centrali di UBS Asset Management. Salman aggiunge che l’oro è stato il grande vincitore perché le istituzioni cercano di coprirsi dai rischi posti dai conflitti e dal deterioramento delle relazioni tra alcune delle principali economie.
Sulla stessa linea, Massimiliano Castelli, responsabile dei mercati sovrani globali presso UBS Asset Management, sottolinea che “l’oro è visto, senza dubbio, come un modo per ridurre il rischio di sanzioni”. “Se acquisti oro e finisci per rimpatriarlo e metterlo nel tuo Paese, sarebbe molto difficile colpire quell’asset con sanzioni”, conclude Castelli.
Gli acquisti delle banche centrali sono uno dei principali motori della ripresa, che ha raddoppiato il prezzo dell’oro dalla fine del 2022. Il ritmo degli acquisti ha subito un’accelerazione dopo il congelamento delle riserve valutarie della Russia, che ha messo in evidenza l’attrattiva dei lingotti come asset difficile da acquisire. Questa tendenza ha aiutato l’oro a superare l’euro come secondo asset nelle riserve delle banche centrali, secondo solo al dollaro.
Secondo Bloomberg, gli acquisti di oro continueranno a crescere come copertura contro le turbolenze geopolitiche e l’inflazione. Il 52% delle banche centrali intervistate afferma che vorrebbe investire in oro il prossimo anno. Secondo i risultati del sondaggio, le banche centrali si aspettano che il metallo prezioso generi rendimenti migliori rispetto a qualsiasi altra classe di attività nei prossimi cinque anni. Tuttavia, altre banche centrali hanno anche citato il desiderio di diversificare le riserve e ridurre la loro dipendenza dal dollaro. Una tendenza incoraggiata dalle politiche del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.