Analizzano una formazione rocciosa e scoprono la cosa più antica del mondo: ha 4.160 milioni di anni

La roccia si trova nella baia di Hudson e supera di gran lunga quella precedentemente considerata la più antica. È molto raro che sia sopravvissuta così a lungo. Una nuova analisi geologica condotta nella cintura di Nuvvuagittuq, a est della baia di Hudson, ha rivelato che alcune formazioni potrebbero avere 4,16 miliardi di anni, il che le renderebbe le rocce più antiche mai trovate sulla Terra. Questa scoperta apre nuove possibilità per comprendere le origini del pianeta durante l’eone Hadeico. Lo studio è stato condotto da esperti dell’Università di Ottawa, dell’Università di Carleton e dell’Istituto francese di ricerca per lo sviluppo sostenibile. I risultati, pubblicati sulla rivista Science, indicano che le rocce analizzate contengono intrusioni che, grazie alla datazione con isotopi di neodimio, risalgono a 4,16 miliardi di anni fa. Dato che queste formazioni intrusive sono più recenti della roccia ospitante, l’età dell’insieme potrebbe essere ancora maggiore. L’eone Hadeico copre i primi 500 milioni di anni della storia terrestre ed è un periodo di cui si conserva molto poco a causa dell’intensa attività tettonica e della continua trasformazione della crosta terrestre. Pertanto, trovare un residuo roccioso di tale antichità rappresenta una scoperta di grande valore per la scienza. Queste formazioni potrebbero offrire una visione senza precedenti di come era la Terra quando non esistevano ancora gli oceani né un’atmosfera stabile.

Una finestra sull’origine geologica della Terra

La tecnica utilizzata per la datazione si basa sull’analisi del neodimio-142, un isotopo derivante dalla disintegrazione del samario-146. Quest’ultimo ha una vita media limitata ed è praticamente scomparso dal pianeta più di 4 miliardi di anni fa. Pertanto, rilevare proporzioni alterate di neodimio-142 è possibile solo in materiali molto antichi.

Alcuni modelli alternativi propongono che le rocce potrebbero essere state modificate dal contatto con serbatoi del mantello terrestre rimasti isolati per miliardi di anni. Tuttavia, i ricercatori ritengono che questo scenario richieda una combinazione di condizioni poco probabili e sostengono che la spiegazione più coerente sia una reale origine primitiva delle rocce studiate.

Nel campo della geologia esistevano già cristalli di zircone di età simile, come quelli trovati nelle Jack Hills in Australia, ma questi sono erosi e non hanno alcun collegamento con la roccia originale. La cintura di Nuvvuagittuq, invece, conserva strutture integre che offrono un contesto geologico completo e prezioso.