Un recente studio ha sorpreso la comunità scientifica rivelando che il pianeta più grande del sistema solare non ha sempre avuto le dimensioni attuali. Questa ricerca, pubblicata su Nature, ha permesso ai ricercatori di tornare indietro nel tempo per conoscere meglio l’infanzia del colosso gassoso. La scoperta, realizzata con un metodo inedito basato sull’analisi orbitale di due delle sue lune, non solo stravolge ciò che sapevamo sulla sua evoluzione, ma offre anche indizi su come si sono formati i pianeti giganti nel nostro vicinato cosmico.
Come era Giove 4,5 miliardi di anni fa, secondo questo studio scientifico
Il team responsabile dello studio, composto da scienziati del California Institute of Technology (Caltech) e dell’Università del Michigan, è riuscito a ricostruire il passato di Giove con un approccio completamente nuovo.
Invece di basarsi su modelli teorici con ampi margini di errore, hanno scelto di esaminare le piccole variazioni nell’orbita delle lune Amalthea e Thebe.
Entrambi i satelliti orbitano molto vicino a Giove e nelle loro traiettorie conservano registrazioni dinamiche dello stato fisico del pianeta nei suoi primi milioni di anni.
Secondo gli esperti, queste lievi inclinazioni contengono informazioni preziose sulla massa, il raggio e la struttura interna del gigante gassoso quando si stava formando.
Le dimensioni reali di Giove nella sua giovinezza e il suo potente campo magnetico
I risultati sono stati sorprendenti: 4,5 miliardi di anni fa, Giove aveva un raggio tra due e 2,5 volte maggiore di quello attuale, il che implica un volume immenso, superiore a 2.000 volte quello della Terra.
Questa dimensione era dovuta al fatto che stava ancora accumulando massa dalla nebulosa protoplanetaria, un processo che gonfiava la sua atmosfera gassosa. Oltre alle dimensioni, il suo campo magnetico era fino a 50 volte più potente di quello attuale, raggiungendo i 21 millitesla.
Questa forza agiva come uno scudo colossale, una caratteristica che, secondo gli autori dello studio, rafforza l’ipotesi che Giove abbia avuto un ruolo protettivo nei primi tempi del sistema solare.
Cosa rivela questa scoperta sulla formazione dei pianeti giganti
Questa scoperta fornisce una nuova conferma alla teoria dell’accrescimento del nucleo, secondo la quale i pianeti giganti nascono da un nucleo solido che, dopo aver superato una certa soglia di massa, inizia ad attrarre gas ad alta velocità.
La ricerca suggerisce che, durante i suoi primi milioni di anni, Giove è cresciuto ad un ritmo di fino a 2,4 masse gioviane per milione di anni.
Lo studio, condotto da Konstantin Batygin (Caltech), stima che questa fase di espansione sia avvenuta tra 3,8 e 4 milioni di anni dopo la formazione dei primi solidi del sistema solare. Le conclusioni stabiliscono un nuovo punto di riferimento temporale per lo studio della formazione planetaria.
Perché Giove è stato fondamentale nell’evoluzione del sistema solare
Lo studio apre una nuova strada per indagare la storia di altri pianeti utilizzando le loro lune come registri naturali.
Comprendendo com’era il pianeta più grande nella sua fase iniziale, gli astronomi possono spiegare meglio perché la sua influenza gravitazionale è stata decisiva per l’ordinamento delle orbite dei pianeti rocciosi.