È la frase perfetta per dire “no” senza offendere gli altri, e funziona sempre

Il nostro psicologo ci ricorda che il vostro valore non dipende dal valore degli altri. Essere “calpestati” significa avere l’impressione di non essere mai ascoltati, che la vostra gentilezza venga abusata o che le decisioni vengano prese al posto vostro. Per la nostra psicologa, Maïté Tranzer, la buona notizia è che esistono delle semplici chiavi per imparare ad affermarsi, senza sentirsi in colpa o schiacciare gli altri. Prima di cambiare il vostro comportamento, dovete (ri)osservarvi e conoscervi (bene). La prima cosa da fare è individuare le situazioni in cui vi fate da parte: quando vi sentite “schiacciati”? Chi sono le persone che superano i vostri limiti? Al lavoro, in famiglia, con gli amici, nelle relazioni? Provate a pensare a una o due situazioni recenti in cui avete detto “sì” quando pensavate “no”. “In questo caso, l’autoesame e l’introspezione agiscono come uno specchio e vi danno i mezzi per capire perché agite, pensate o sentite nel modo in cui agite: è il punto di partenza per qualsiasi cambiamento duraturo”, spiega la psicologa clinica.

Dire ‘no’ senza sensi di colpa: come rispettare se stessi (senza ferire gli altri)

Molte persone si lasciano “calpestare” per paura di non essere apprezzate, considerate egoiste o rifiutate. Ma il vostro valore non dipende da quello degli altri e avete il diritto di avere le vostre esigenze, i vostri limiti e le vostre preferenze. Quindi dire “no” non è una mancanza di gentilezza. Si tratta di rispettare se stessi. Naturalmente, il modo in cui si dicono le cose conta molto. “Non è importante solo quello che si dice, ma anche il modo in cui lo si dice: parlare più lentamente se si è abituati a parlare velocemente, guardare l’interlocutore negli occhi, stare dritti, anche se si trema un po’ dentro”, consiglia l’autrice.

E se la parola “no” vi sembra troppo categorica, potete semplicemente dire: “Capisco, ma preferisco non impegnarmi”. È il tipo di frase che usa una persona sicura di sé. Non si diventa assertivi da un giorno all’altro: ci vuole tempo e, soprattutto, pratica. Quando si presenta l’occasione, cercate di superare le vostre paure. “Si può iniziare, ad esempio, rimandando indietro un piatto che non piace al ristorante. Anche se la persona di fronte a voi sembra “offesa” o turbata, questo non mette in discussione la legittimità dei vostri sentimenti.

A volte, il supporto di un professionista (psicologo, coach, terapeuta, ecc.) aiuta a comprendere meglio i propri meccanismi profondi e a imparare a stabilire i propri limiti in modo più chiaro e sereno.