La specie si sarebbe adattata alla totale oscurità della grotta. È la prima volta che questa mutazione viene documentata al suo interno, il che aggiunge un valore speciale alla scoperta. Un insetto senza occhi è stato individuato in una remota grotta del Nullarbor, nell’Australia occidentale, durante una spedizione scientifica che ha rivelato sorprendenti esempi di adattamento evolutivo all’oscurità sotterranea. La scoperta, descritta come unica dai ricercatori, mostra come alcuni insetti si siano evoluti fino a perdere completamente la vista in un ambiente privo di luce. La scoperta è stata fatta da Jess Marsh, entomologa e aracnologa dell’Università di Adelaide, mentre esplorava un sistema di tunnel lungo più di dieci chilometri. La specialista ha trovato il corpo mummificato di una vespa, di circa due centimetri, attaccato a una parete rocciosa, senza occhi e con ali traslucide. “Non assomiglia a nulla che abbia mai visto”, ha detto la scienziata dopo averlo osservato per la prima volta. La ricerca, condotta in collaborazione con la Federazione Speleologica Australiana, ha permesso di studiare undici grotte alla ricerca di specie sotterranee. Gli studi sono stati finanziati dall’Australian Research Council e dalla Hermon Slade Foundation, e in cinque dei siti sono stati trovati reperti rilevanti. L’ambiente in cui è stata trovata la vespa contenevamigliaia di resti di invertebrati conservati in uno stato sorprendentemente intatto: ragni, scarafaggi e millepiedi erano rimasti preservati grazie alle condizioni saline della grotta. Alcuni sembravano essere morti mentre si spostavano. “È un mondo fermo, dominato da piccole creature”, ha spiegato Marsh, che ha paragonato il luogo a uno spazio naturale congelato nel tempo.
Un ecosistema paralizzato nel tempo
Secondo le prime analisi, la vespa potrebbe appartenere alla famiglia Pompilidae, nota per parassitare i ragni. Ciò apre la possibilità di una relazione ecologica con specie di aracnidi anch’esse adattate alla vita sotterranea e prive di vista. “È molto interessante se si sono evolute separatamente, ma sono legate dal parassitismo”, ha aggiunto la ricercatrice.
Durante la stessa spedizione, i scienziati hanno anche individuato esemplari vivi di ragni senza occhi. Uno di essi era appeso a una tela nelle fessure del carsismo ed è stato associato al genere Tartarus. Un altro, più robusto e ricoperto di peli, potrebbe appartenere al genere Troglodiplura, imparentato con le tarantole e altri ragni scavatori. Entrambe sono state documentate solo nella regione del Nullarbor e alcuni esperti ritengono che potrebbero abitare esclusivamente in una sola grotta.
Nonostante la loro rilevanza scientifica, le grotte in cui sono stati trovati questi esemplari si trovano in una zona proposta per ospitare il Western Green Energy Hub, il più grande progetto di energie rinnovabili del paese, con oltre 3.000 aerogeneratori e sei milioni di pannelli solari distribuiti su 20.000 chilometri quadrati.
La società promotrice afferma che l’impatto diretto interesserà meno del 5% della superficie totale e che sta già lavorando a un sistema di mappatura per evitare di danneggiare le strutture carsiche. Tuttavia, scienziati e speleologi mettono in guardia dal pericolo di intervenire in un’area così fragile dal punto di vista ecologico e ancora scarsamente documentata.