Gli scienziati trovano un’arma contro il cancro in uno strano animale che “spazza” il fondo marino

Secondo un gruppo di ricercatori, il cetriolo di mare potrebbe aiutare a curare il cancro. “Se riusciamo a inibire questo enzima, in teoria possiamo contrastare la diffusione della malattia” Un team di scienziati dell’Università del Mississippi, della Georgetown University e dell’Ole Miss ha scoperto che i cetrioli di mare, conosciuti anche come oloturie, potrebbero diventare una preziosa fonte naturale di composti antitumorali. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Glycobiology, uno zucchero estratto dalla specie Holothuria floridana – chiamato solfato di condroitina fucosilato – sarebbe in grado di inibire efficacemente l’enzima Sulf-2, coinvolto direttamente nella progressione di diversi tipi di tumori. A differenza di altri inibitori che interferiscono con la coagulazione del sangue aumentando il rischio di emorragie, questo composto marino non sembra provocare gravi effetti collaterali. La ricerca, guidata dalla dottoressa Marwa Farrag, ha combinato tecniche avanzate come la spettrometria di massa, analisi biochimiche, modelli computazionali e test di laboratorio. “Gli organismi marini producono composti con strutture uniche, difficili da trovare nei vertebrati terrestri. Gli zuccheri presenti nei cetrioli di mare sono particolarmente interessanti”, ha spiegato Farrag su Glycobiology. Lo studio ha anche identificato altre sostanze con potenziale antitumorale in queste creature, come i glucosidi terpenoidi e le saponine. “Le cellule umane sono ricoperte da una sorta di ‘foresta’ di glucani, che gli enzimi modificano come se potassero le foglie”, ha chiarito Vitor Pomin, professore associato di farmacognosia alla Georgetown University e alla Ole Miss. “Se riusciamo a bloccare questo enzima, in teoria possiamo fermare la diffusione del cancro”, ha concluso.

Ma in Italia i cetrioli di mare sono una risorsa limitata

Nonostante le potenziali applicazioni mediche, gli scienziati rimangono cauti: i cetrioli di mare sono una specie rara e protetta. Sebbene in alcuni Paesi asiatici vengano consumati come prelibatezza e utilizzati in cosmesi per le loro proprietà rigenerative, la loro disponibilità non è sufficiente per un utilizzo su larga scala.

“Una delle sfide principali è che non possiamo semplicemente raccogliere tonnellate di oloturie dall’oceano”, ha commentato Pomin. “Dobbiamo sviluppare un processo chimico per sintetizzare il composto e testarlo su modelli animali”.

In Italia la pesca è severamente regolamentata

In Europa, la raccolta dei cetrioli di mare è sottoposta a rigide normative per evitarne lo sfruttamento eccessivo. In Italia, la pesca a scopo commerciale è vietata in molte regioni, mentre è consentita solo per fini scientifici o di ripopolamento sotto stretto controllo.

A causa della crescente domanda internazionale – soprattutto dal mercato asiatico – si è diffuso anche il bracconaggio di questi animali, destinati al mercato nero. Le autorità italiane e europee stanno intensificando i controlli per contrastare il fenomeno.