La generazione beta vivrà come i bambini degli anni ’50 e i genitori non potranno farci nulla

Prime misure già in discussione, seguendo l’esempio di altri Paesi europei. La crescente preoccupazione per l’impatto degli schermi sullo sviluppo infantile potrebbe portare a un cambiamento radicale per la Generazione Beta (bambini nati dal 2025 in poi). A differenza della Generazione Alfa, cresciuta in un mondo iperconnesso, i più piccoli potrebbero vivere un’infanzia più simile a quella degli anni ’50. E questa inversione di tendenza, lungi dall’essere un’ipotesi, è già in discussione. Secondo quanto riportato da diverse testate italiane, il governo sta valutando misure restrittive sull’uso di smartphone, tablet e PC per i minori, dopo che numerosi studi hanno evidenziato ritardi nel linguaggio, disturbi del sonno e calo della concentrazione nei bambini sovraesposti agli schermi. L’obiettivo è introdurre regole chiare, sia a scuola che in famiglia.

Schermi e bambini: quali limiti propone l’Italia?

Un possibile approccio, ispirato alle politiche di altri Paesi Ue, prevederebbe:

  • Divieto totale di schermi da 0 a 3 anni

  • Utilizzo limitato fino ai 6 anni

  • Niente smartphone prima degli 11 anni

  • Accesso a Internet controllato fino ai 13 anni

  • Divieto dei social network prima dei 15 anni

Le critiche sono prevedibili: “Non vogliamo mettere la polizia nelle case degli italiani”, ha precisato una fonte governativa, “ma offrire linee guida chiare per evitare danni allo sviluppo cognitivo ed emotivo dei bambini”. L’idea è ritornare a un’educazione basata sul gioco, le relazioni reali e l’apprendimento sensoriale, riducendo la dipendenza dal digitale.

La situazione in Italia: asili nido e scuole già in allarme

Come ha segnalato recentemente l’Associazione Nazionale degli Asili Nido, molti bambini sotto i 3 anni passano dalle 3 alle 6 ore al giorno davanti a uno schermo“Quando i genitori li limitano, vediamo subito miglioramenti: i piccoli comunicano di più, giocano con gli altri e sviluppano meglio il linguaggio”, spiega una educatrice.

Alcune regioni italiane stanno già muovendosi in questa direzione:

  • In Emilia-Romagna e Toscana si discute di limitare gli schermi a scuola.

  • In Lombardia e Veneto alcune scuole hanno reintrodotto libri cartacei al posto dei tablet.

  • Bolzano (provincia autonoma) sono stati avviati progetti per ridurre l’uso del digitale nei compiti a casa.

Inoltre, la proposta di legge sulla protezione dei minori online mira a:

  • Innalzare a 16 anni l’età minima per i social network (oggi spesso aggirata).

  • Rendere obbligatori i controlli parentali su dispositivi e app.

  • Promuovere campagne educative per genitori e insegnanti.