La nuova pietra del pianeta: ecco come l’umanità trasforma i propri rifiuti in rocce in soli 35 anni

Una scoperta sulla costa inglese dimostra che i rifiuti industriali si stanno trasformando in rocce solide in pochi decenni. Questa formazione ultraveloce non solo sfida ciò che sapevamo sulla geologia, ma inaugura un nuovo ciclo delle rocce creato dall’uomo: il ciclo antropoclastico. Per secoli, la formazione delle rocce è stata considerata un processo riservato alle grandi ere geologiche. Ma ora, un fenomeno inaspettato ha iniziato a modificare questa visione. In Inghilterra, gli scienziati hanno documentato come i rifiuti industriali umani si siano trasformati in roccia solida in meno di 40 anni, costringendo la geologia ad accettare un nuovo attore principale: l’attività umana.

Un tipo di roccia che nasce dai rifiuti

Tutto è iniziato a Derwent Howe, una collina artificiale di scorie siderurgiche vicino al mare d’Irlanda. Lì, i geologi hanno scoperto strati induriti che contenevano da lattine di bibite a monete antiche. La cosa sorprendente non era solo il loro contenuto, ma la velocità del processo: sono bastati appena tre decenni perché quei rifiuti si trasformassero in vera roccia.

Lo studio, condotto da Amanda Owen e John MacDonald dell’Università di Glasgow, ha analizzato campioni con microscopia elettronica e altre tecniche avanzate. Hanno confermato che gli strati non erano semplici resti compattati, ma il risultato di un processo geologico completo di litificazione, ovvero di solidificazione.

Come si formano le rocce antropoclastiche

In condizioni normali, la litificazione può richiedere milioni di anni. Ma in questo caso, la reazione tra i rifiuti ricchi di calcio, ferro o manganese e l’ambiente marino umido ha creato un “cemento naturale” che ha unito le particelle industriali, formando strutture molto simili alle rocce sedimentarie.

Queste nuove formazioni, chiamate rocce antropoclastiche, contengono elementi che non esistono in natura, come frammenti di alluminio e altri derivati dell’industria. Sebbene siano già state rilevate in altri luoghi come la costa basca, questa scoperta è speciale perché include oggetti che consentono di datare con precisione il processo.

Geologia del presente: un pianeta segnato da noi

La velocità con cui si formano queste rocce rafforza l’idea che viviamo già nell’Antropocene, un’era in cui l’impronta umana è impressa negli strati della Terra. La scoperta ci costringe a ripensare non solo la velocità dei cicli geologici, ma anche il modo in cui gestiamo i nostri rifiuti costieri.

Gli scienziati avvertono che questi processi sigillano anche metalli pesanti e microplastiche, intrappolandoli nella roccia per le generazioni future. Così, quella che sembrava solo un inquinamento momentaneo potrebbe diventare parte permanente del registro geologico del pianeta. E tutto questo in meno di una generazione.