L’albero dell’America Latina che ha prodotto grandi ricchezze finché l’Asia non le ha rubate: l’oro bianco dell’Amazzonia

Un albero dell’America Latina è stato fondamentale per lo sviluppo dell’industria, ha portato grandi profitti e gravi conseguenze per l’Amazzonia. Tutti i dettagli. Un albero autoctono dell’America Latina è stato fondamentale per lo sviluppo dell’economia mondiale: tagliandolo si può estrarre un liquido bianco e lattiginoso molto apprezzato. Le popolazioni indigene dell’Amazzonia sono state le prime a scoprirlo e a utilizzarlo per realizzare oggetti come palline e bastoni. Il suo sfruttamento ha portato grandi profitti fino a quando i suoi semi sono stati rubati per essere coltivati in Asia. Si tratta di un periodo oscuro, ignorato da molti, in cui un albero e un furto hanno determinato il destino dell’Amazzonia. Vi raccontiamo di cosa si tratta e dell’impatto che ha avuto per l’America Latina lo sfruttamento di questo albero.

L’albero dell’America Latina che produceva grandi ricchezze fino a quando l’Asia lo rubò

Si tratta dell’albero della gomma, da cui si ricava il lattice. Per un periodo di oltre 30 anni, a partire dal 1879, fu molto ambito dall’industria. Questo perché in quel periodo apparvero le ruote dei pneumatici, le biciclette e le automobili fabbricate con la linfa di questa specie. Fu così che il liquido di questo “albero che piange” divenne il tesoro dell’economia alla fine del XIX secolo.

Julio César Arana, un imprenditore e politico peruviano, si impadronì del commercio di esportazione della gomma dall’Amazzonia. Situò la sua fabbrica tra la Colombia e il Perù affinché non appartenesse a nessun paese specifico dell’America Latina, stabilendosi nella regione di Putumayo. L’industria della gomma ridusse in schiavitù le popolazioni indigene dell’Amazzonia fino a decimarle.

Man mano che si addentravano nell’Amazzonia per sfruttarlo, il furto di questo albero autoctono dell’America Latina avrebbe dato luogo a uno dei primi casi di biopirateria. Henry Wickhman rubò 70.000 semi di gomma dall’Amazzonia e riuscì a portarli in Inghilterra; verso il 1930 le colonie asiatiche erano diventate il maggior produttore dell’“albero che piange”.

America Latina: le conseguenze della febbre dell’albero della gomma

Nel 1912, l’Amazzonia stava perdendo il monopolio delle esportazioni di gomma naturale a causa della produzione di gomma da alberi piantati con semi estratti dall’Amazzonia, guidata dagli inglesi nell’Africa subsahariana e in Malesia. Il lattice ottenuto da queste piantagioni raggiunse alti livelli di qualità, accompagnati da un’efficiente produttività (sviluppo di strade e ferrovie), che consentiva loro di competere con un prodotto di buona qualità e ad un prezzo finale competitivo.

Secondo Gina Paola Sierra, antropologa dell’Università Externado della Colombia, da lì, la gomma africana e malese riuscì a monopolizzare il mercato mondiale, mentre le aziende latinoamericane affrontarono una grave crisi.