Perché molte persone hanno difficoltà a dire “ti amo”, secondo una psichiatra

La dottoressa Marián Rojas Estapé ha chiarito che ci sono persone che hanno difficoltà a identificare ed esprimere le proprie emozioni. Curiosamente, coloro che provano più affetto per gli altri sono spesso i meno espressivi. Il problema è che questo silenzio, anche se non è malintenzionato, può causare dolore. Non sempre basta essere presenti, prendersi cura o accompagnare: ci sono relazioni che si raffreddano per mancanza di parole. Una frase semplice come “ti voglio bene” può portare a una trasformazione emotiva più profonda.

Alessitimia: quando il cuore parla, ma le parole non escono

La psichiatra Marián Rojas Estapé, molto popolare sui social network, ha spiegato in uno dei video del canale Lo que yo aprendí qual è il problema di non comunicare i propri sentimenti e quanto sia importante per i legami poter esprimere le proprie emozioni.

Secondo la professionista, esiste un tratto chiamato alessitimia, che descrive coloro che, pur provando emozioni, hanno difficoltà a riconoscerle, nominarle ed esprimerle verbalmente. In questo senso, ha sottolineato l’importanza di “promuovere le capacità di comunicazione” nelle relazioni.

“Come comunico, come sto, come spiego alla persona che ho davanti che sono triste, stanca, che ultimamente non mi sento così amata dalla persona che ho a casa. Come spiego come sto e come lo percepisce l’altra persona”, ha esemplificato.

A volte viviamo o conviviamo con persone che soffrono di alessitimia, che sono molto più introverse e hanno molta più difficoltà a esprimere ciò che provano. Ciò non significa che non abbiano emozioni o sentimenti, significa che il canale di comunicazione non è così aperto, quindi lo tengono dentro”, ha spiegato la psichiatra nel video.

Queste persone hanno difficoltà a identificare se sono tristi, arrabbiate, ansiose o frustrate. Invece di parlare di ciò che provano, il loro malessere si manifesta spesso nel corpo: dolori fisici, insonnia, tensioni muscolari o stanchezza costante. È il corpo che parla quando le parole non vengono, secondo la dottoressa.

Questo non significa che non abbiano sentimenti. La psichiatra chiarisce che queste persone provano emozioni intense, ma non hanno sviluppato la capacità di condividere il loro mondo emotivo. Tengono dentro ciò che provano, a volte senza rendersene conto.

Estapé ha raccontato che un uomo è venuto nel suo studio su richiesta della moglie, che la pregava di dirgli almeno ogni tanto che lo amava. L’uomo, con totale sincerità, le ha risposto: “Gliel’ho detto il giorno del matrimonio e, dato che non ho cambiato idea, non vedo la necessità di ripeterlo”.

“L’altro giorno un paziente è venuto nel mio studio perché sua moglie me lo aveva chiesto. Sua moglie mi ha detto: ‘Parla con mio marito e digli di dirmi ogni tanto che mi ama’”, ha raccontato, riferendo poi ciò che le aveva detto l’uomo durante la seduta: “Non posso, Marián, i miei genitori non si sono mai detti ‘ti amo’, non mi hanno mai detto che mi volevano bene, sapevo che mi volevano bene, ma non ce lo diciamo”.

Alla fine, la psichiatra ha concluso “negoziando” con il marito che inviasse alla moglie un’emoji a forma di cuore una volta al giorno su WhatsApp. “Si comincia poco a poco, no?”, ha ammesso la professionista.

Molte persone affette da alessitimia possono sembrare fredde o distanti, ma dentro di sé vivono intensamente ciò che accade loro intorno o spesso non sanno esprimere ciò che provano. Parlare di alessitimia significa dare visibilità a una realtà emotiva poco compresa. Significa riconoscere che, dietro il silenzio affettivo, può esserci una vita emotiva ricca che aspetta di essere vista e accompagnata. Come società, la sfida è imparare ad ascoltare anche coloro che non riescono a esprimere ciò che provano.