Rimangono solo 15 anni di oro? Gli scienziati scoprono come i metalli preziosi sono saliti dal centro della Terra alla superficie

Il viaggio dell’oro dalle profondità della Terra alla superficie è un racconto affascinante di violenza cosmica e meraviglie geologiche che potrebbe presto giungere al termine. Da millenni l’oro affascina l’uomo, brillando non solo come simbolo di ricchezza, ma anche come reliquia cosmica. Ma cosa succederebbe se l’oro che oggi consideriamo così prezioso stesse per esaurirsi e il suo viaggio dalle profondità della Terra fosse molto più straordinario di quanto avessimo mai immaginato? Recenti ricerche stanno portando alla luce la storia nascosta di come l’oro e altri metalli preziosi siano saliti dal centro del pianeta alla sua superficie, mettendo in luce sia il passato violento del nostro pianeta che i limiti delle sue riserve future.

Da dove proviene realmente l’oro del mondo

Sappiamo da tempo che l’oro sparso sulla Terra non ha origine qui, ma è stato trasportato da antichi eventi cosmici. Le stelle massicce che esplodono in supernovae e rare ipernovae, o le collisioni di stelle di neutroni, hanno fornito l’energia esplosiva necessaria per creare metalli preziosi pesanti come l’oro, l’argento e il platino. Questi elementi hanno viaggiato attraverso lo spazio sotto forma di minuscole particelle e alla fine sono caduti sulla Terra miliardi di anni fa.

Poiché questi metalli sono incredibilmente densi, sono affondati in profondità sotto la crosta terrestre, scomparendo nel nucleo liquido del pianeta a più di 3.000 chilometri sotto la superficie. Il materiale che estraiamo oggi non è arrivato così lontano. Invece, meteoroidi e asteroidi successivi hanno trasportato materiale ricco di metalli che è rimasto “bloccato” nel mantello superiore, dove le correnti di convezione lo hanno spinto verso l’alto nel corso di miliardi di anni. Questo processo silenzioso e potente ha portato i metalli preziosi abbastanza vicino alla superficie da formare i fiumi auriferi e le formazioni rocciose che conosciamo oggi.

Nuove ricerche sull’oro che sale dal nucleo terrestre

L’oro potrebbe provenire da zone ancora più profonde della Terra? Gli scienziati della Carleton University in Canada e dell’Università di Gottinga in Germania hanno trovato prove convincenti che ciò sia possibile. I loro studi si concentrano sui “piumi mantellici”, flussi ascendenti di roccia fusa che hanno origine vicino al confine tra il nucleo terrestre e il mantello.

Questi piumi agiscono come nastri trasportatori, trasportando non solo magma ma anche tracce di metalli preziosi come l’oro e isotopi rari come il rutenio. Hawaii, Samoa e Tahiti sono famose isole vulcaniche formatesi sopra questi piumi, a migliaia di chilometri di distanza dalle tipiche zone vulcaniche. Analizzando il basalto dei vulcani hawaiani, i ricercatori hanno rilevato la presenza dell’isotopo pesante 100RU, collegato al materiale del nucleo terrestre. Questa scoperta rivoluzionaria dimostra che i piumi mantellici possono portare in superficie materiale proveniente dal nucleo, compreso il prezioso oro.

Ciò mette in discussione le precedenti ipotesi secondo cui il nucleo terrestre fosse isolato e suggerisce che la disponibilità di metalli preziosi vicino alla superficie dipenda da forze dinamiche e potenti presenti nelle profondità del pianeta.

Ultimi ritocchi: il futuro dell’estrazione dell’oro e riflessioni

Nonostante queste entusiasmanti scoperte, c’è un dato che fa riflettere: l’approvvigionamento globale di oro economicamente recuperabile è limitato. Gli esperti stimano che ne rimangano meno di 57.000 tonnellate accessibili, sufficienti per circa 15 anni ai ritmi di estrazione attuali.

Ricordo che anni fa, mentre cercavo oro lungo un fiume nell’ovest degli Stati Uniti, notai minuscoli frammenti dorati che brillavano alla luce del sole. Mi colpì l’incredibilità di questi frammenti che ci collegano alle esplosioni cosmiche, alla geologia antica e alla danza continua delle forze interne della Terra. Mi fece anche riflettere sulla responsabilità che abbiamo nella gestione di una risorsa così rara.

Storicamente, l’estrazione mineraria ha favorito la ricchezza, ma spesso a caro prezzo per l’ambiente e le comunità vulnerabili. Circa il 20% della produzione annuale di oro proviene ancora da minatori informali e illegali che vivono in condizioni di povertà e il cui lavoro a volte alimenta i conflitti. Questa realtà mette in discussione il modo in cui possiamo bilanciare meglio domanda, sostenibilità ed equità.

Cosa ne pensate? Dovremmo concentrarci sul riciclaggio dei dispositivi elettronici esistenti, investire in nuove tecnologie di estrazione o ripensare del tutto la nostra dipendenza dall’oro?