Il relitto, di origine italiana, si trova a oltre 2.500 metri di profondità. Saranno necessarie nuove spedizioni e ricostruzioni 3D per verificare la natura degli oggetti. Un ritrovamento archeologico senza precedenti ha sorpreso le autorità francesi dopo un’operazione di ricognizione marittima al largo della costa vicino a Saint-Tropez. A oltre 2.500 metri di profondità, un team tecnico ha localizzato una nave mercantile del XVI secolo di origine italiana straordinariamente ben conservata. La cosa più sorprendente non è stato solo lo stato della nave, ma la presenza di oggetti moderni che non avrebbero dovuto trovarsi lì. Durante una missione di routine con droni sottomarini, le forze armate francesi hanno rilevato un’anomalia acustica. Al ritorno con telecamere ad alta definizione e robot specializzati, hanno scoperto i resti intatti di una nave di circa 30 metri di lunghezza. Il suo carico comprendeva circa 200 anfore, piatti in ceramica smaltata, due calderoni e sei cannoni, come spiega CBS News. Alcuni recipienti recavano iscrizioni religiose come “IHS”, le prime tre lettere del nome di Gesù in greco, che hanno permesso di collocarne l’origine nella regione Liguria. Il luogo del ritrovamento, data la sua profondità, è rimasto completamente isolato dall’intervento umano per oltre cinque secoli. Secondo l’archeologa Marine Sadania, “il sito è rimasto intatto, come se il tempo si fosse fermato, il che è eccezionale”. Questo contesto ha permesso di conservare elementi chiave del commercio marittimo nel bacino mediterraneo del Rinascimento, in condizioni uniche per il loro studio. I ricercatori sottolineano l’importanza di questo naufragio non solo per il suo carico e la sua antichità, ma anche per il minimo alterazione dell’ambiente circostante. Le caratteristiche del fondale marino hanno agito come una capsula del tempo, proteggendo i materiali da possibili saccheggi e dal deterioramento abituale che subiscono questo tipo di resti.
Un mistero sotto il mare
Le immagini catturate hanno anche rivelato la presenza di almeno due oggetti metallici che potrebbero essere lattine di bibite, il che ha generato una grande controversia tra gli esperti. Sebbene la qualità delle fotografie impedisca un’identificazione definitiva, il loro aspetto non si adatta a un contesto archeologico del XVI secolo. Gli esperti non escludono che si tratti di rifiuti moderni trasportati dalle correnti sottomarine.
Questo fenomeno non è del tutto inedito, poiché sono stati documentati resti di plastica e materiali contemporanei nelle zone più profonde del pianeta. Tuttavia, la loro comparsa accanto a un sito così prezioso solleva nuove domande sull’interazione tra il patrimonio storico e l’inquinamento marino.
Le autorità francesi hanno già annunciato che sarà realizzata una ricostruzione in 3D della nave, oltre a nuove immersioni previste nei prossimi due anni. Queste consentiranno di studiare più in dettaglio sia la struttura dell’imbarcazione che il suo carico e di determinare con precisione la natura degli oggetti moderni rinvenuti sul posto.